Finalmente anche in Italia il divorzio breve
La tanto attesa riforma in materia di separazione tra i coniugi è stata finalmente approvata in modo definitivo in data 21 aprile 2015 dalla Camera dei Deputati.
Vediamo nello specifico le novità introdotte dal disegno di legge n. 1504.
Grazie alla riforma i tempi per potersi dire addio sono stati decisamente accorciati (rispetto ai precedenti che, come noto, prevedevano un tempo di tre anni tra la separazione e il divorzio).
Il disegno di legge riduce da tre anni a 12 mesi la durata della separazione per poter presentare domanda di divorzio; in caso di separazione consensuale la durata è di 6 mesi, termine che decorre dalla comparizione dei coniugi dinanzi al Presidente del Tribunale.
La nuova norma si applicherà anche ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della legge, anche qualora la procedura di separazione risulti ancora pendente.
Nel caso in cui i coniugi siano in regime di comunione dei beni, tale accordo decade nel momento in cui il presidente del Tribunale autorizza i coniugi a vivere separati.
Al fine di non ostacolare l’approvazione del disegno di legge iniziale sono state invece stralciate le norme relative al divorzio lampo, in quanto oggetto di posizioni politiche contrastanti.
Il divorzio lampo prevedeva la possibilità di giungere al divorzio anche in assenza di un previo periodo di separazione, in particolare consentiva di ottenere il divorzio in 6 mesi, a patto che la richiesta fosse consensuale e a condizione che i due coniugi non avessero figli minori, figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave o figli di età inferiore ai 26 anni economicamente non autosufficienti.
Tale norma diventerà oggetto di un autonomo disegno di legge.
Grossa apertura, pertanto, in materia del diritto di famiglia se si pensa che in Italia il divorzio è stato introdotto il 1° dicembre del 1970, con non poche difficoltà e polemiche che hanno portato i partiti contrari all’introduzione della legge, a promuovere un referendum abrogativo della Legge n. 898/1970 . Tuttavia la maggioranza della popolazione, nel ’74, ha affermato la volontà di mantenere le norme sul divorzio.